Kingbrown magazine

by davidelp 12 giugno 2013

Kingbrown è un magazine periodico a edizione super limitata, una via di mezzo tra un libro, una rivista di skate e una fanzine di arte. Ogni numero è confezionato a mano e consegnato all’interno di un sacchetto di cartoncino riciclato serigrafato. Viene progettato e curato da alcuni dei più importanti innovatori del mondo della fotografia, illustrazione, skateboard, arte e design.

All’interno di Kingbrown trovano spazio approfondimenti e interviste delle talentuose menti che ruotano intorno al mondo della skate/art, non c’è niente di meglio in circolazione per ispirarci e tenerci in contatto con le sottoculture che amiamo di più.

Stampato benissimo, ogni pagina sarebbe da appendersi in camera.

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Alvvino il glorioso

by davidelp 12 giugno 2013

Alvvino, la t-shirt Glorious e la piantagione di peperoncini bastard, tre must della primavera 2013

Non c’è molto altro da aggiungere alle parole del caro Zamoc, raccontano benissimo che razza di bel personaggio sia Alvvino. A noi basta aggiungere che ha disegnato la t-shirt Glorious.

Giorgio Zattoni XX anniversary al Bonobolabo

by 12 giugno 2013

Il futuro per questo quattordicenne alle prese con una tavola ed una tshirt più grandi di lui era imparare McTwist e fare l’elettricista. La prima delle due aspettative si è concretizzata come si può vedere nella mostra per il ventennale della sua storia di skateboarder.

Ma, tutto sommato, si può dire anche la seconda: una luce in qualche modo l’ha accesa!

Dove? Al Bonolabo in via Centofanti 79 a Ravenna [link mappa]
Quando? Il 5-6-7  gennaio 2013

Zamoc, il beffardo

by davidelp 12 giugno 2013

Luca Zamoc nasce nel bel mezzo degli anni 80 e apprende le prime nozioni di disegno dai fumetti dell’epoca, la bibbia e dai volumi di anatomia umana. Da grande si trasferisce a Milano per seguire il corso di art direction e grafica alla Nuova Accademia dell’Arte. Disegna ovunque, dai muri alla carta alle illustrazioni digitali. Da qualche tempo ha lasciato la sua grigia Modena destinazione Los Angeles, New York , Berlino e Londra, Venezia e adesso pare sia approdato a Istanbul.

Zamoc sarà cambiato dall’ultima volta che lo abbiamo incontrato? A giudicare dai temi che ha scelto per disegnare  le grafiche di questa collezione crediamo che sia sempre lo stesso, ma la sua arte invece migliora come il buon vino.

la Morte è l’unico grande tema del mio lavoro.

La vita non la so raccontare, infatti non so colorare, non so disegnare le persone (le donne in particolare) e non riesco a raccontare niente di piacevole. Date un occhio al mio tumblr, non c’è altro che viscere, mostri e assassini.

Vi lascio con la sua esclusiva Intervista con la Morte.

Skateistan – goccia a goccia si forma un fiume

by jep 12 giugno 2013

Quando si sente parlare di Afghanistan inevitabilmente viene in mente l’idea di guerra e fanatismo religioso. Ma quando si conoscono le ripercussioni del lavoro dello skateboarder australiano Oliver Percovich e dei suoi collaboratori attorno alla Mekroyan Fountain (Kabul) appaiono piccoli raggi di luce. Lui è stato capace di vedere al di là dell’uso quotidiano dato a questa fontana costruita dai Sovietici. Ha visto più in lá delle transizioni utilizzabili per skateare, lui ha visto come utilizzare lo skateboard come uno strumento per cercare di trasformare il modo di vita di una città maltratata per anni di guerre e integralismo religioso. Cosi nel 2007 è nato Skateistan, un progetto sociale che mette insieme educazione, arte e integrazione tutto attorno allo skateboarding.

Oggi Skateistan é una realtá funzionante con un futuro molto promettente. La sua storia e i suoi piani per il futuro vengono raccontati nel libro Skateistan: The Tale of Skateboarding in Afghanistan. Il tutto con delle interviste, reportage sulla realtà afgana e un bel po’ di straordinarie fotografie.

Magari un modello da proporre per favorire l’integrazione sociale nelle citta nostrane.

BRUXISMO: l’arte di Mattia Turco

by vecho 12 giugno 2013

Mattia Turco è un nostro caro amico, un ottimo skater e un ragazzo molto sensibile che esprime i suoi pensieri attraverso la pittura con una tecnica di incisione molto particolare.

Mercoledi 26 Settembre al bastard store appuntamento la sua prima esposizione personale, BRUXISMO: un viaggio nelle zone più remote dell’inconscio di Mattia che con le sue incisioni ci accompagnerà nei meandri della sua mente.

Durante l’esposizione, che rimarrà aperta fino a Sabato 29 Settembre, oltre  a poter ammirare le incisioni di Mattia, se siete degli skateboard boy, potrete divertirvi nella bastard bowl durante la skate session organizzata per l’occasione.

Non sapete chi è Mattia Turco? E’ lui.
Non conoscete i lavori di Mattia Turco? Guardate il suo tumblelog.

bastard store è lieto di presentare ” Bruxismo”, prima mostra personale di Mattia Turco, inaugurazione mercoledì 26 Settembre ore 18. Per l’occasione verranno presentate 13 incisioni a vivo, pastello ad olio su cartoncino, di piccole e medie dimensioni.

Bruxismo, è un termine di origine greca che significa letteralmente “rumor dei denti”, ripreso poi, in medicina, per indicare il digrignamento involontario dei denti durante il sonno notturno. Un comportamento inconsapevole legato all’inconscio, che riemerge come manifestazione di una tensione interiore, di un’emozione inespressa.

Bruxismo titolo della mostra è la metafora di questo malessere: dal buio a fondo pieno Mattia sottrae colore per rendere visibili gli strati sottostanti da cui affiorano figure ingabbiate nel loro isolamento, fragilità e paura. Le teste appaiono solo abbozzate, le braccia esili, gli arti inferiori genuflessi o amputati, impotenti, in bilico su di un equilibrio instabile.
I soggetti sono inseriti in luoghi astratti e bui, nella contemplazione di un vuoto che spesso si apre sotto i loro piedi.

I lavori di Mattia Turco rivelano una sensibilità oscura, il sentimento della caducità, la malinconia, il turbamento, come la sublimazione inquieta dell’esistere.

Patricia Armocida

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Marc McKee lascia il segno in Italia

by jep 12 giugno 2013

McKee è uno dei più famosi e prolifici autori di grafiche da skateboard. Spesso ironico, divertente e talvolta scioccante, il suo lavoro è inconfondibile. La sua storia nello skateboarding parte negli anni novanta ed è legata a World Industries in maniera inscindibile. Le sue grafiche hanno dettato il punto di svolta nel mondo visuale dello skateboarding. Con queste domande vediamo come Marc sia giunto fino a Milano e qui abbia realizzato la sua prima grafica per uno snowboard bastard… e per uno skateboard in serie limitata di Blind.

Come hai cominciato a disegnare? Sei sempre stato interessato alla grafica e al disegno?
Praticamente da sempre. Ho iniziato disegnando dinosauri e robe simili da Star Wars. Successivamente mi sono lasciato influenzare dalle copertine dei dischi Heavy Metal e dai disegni di Pushead su Thrasher.

Come nasce il tuo rapporto di lavoro nell’idustria dello skateboarding?
Nel 1988-89 lavoravo alle grafiche di una company di bmx chiamata Bully, di cui uno dei soci era R.L. Osborn, uno dei pro freestyle più famoso dell’epoca. Casualmente Steve Rocco e Rodney Mullen erano spesso ospiti nella sua casa di Los Angeles. Rocco vide alcune grafiche che avevo fatto per delle t-shirt di Bully e mi chiese di iniziare a produrne qualcuna per World Industries.

Come è stato lavorare negli anni 90’ a fianco di Steve Rocco, in un periodo così importante nella storia dello skateboard?
Fin dall’inizio l’approccio di Rocco fu quello di fregarsene altamente del pensiero o dei commenti della gente. Era il clima perfetto per la creatività, totale libertà creativa e zero vincoli.

Che differenze ci sono tra quel periodo ed adesso? Cosa è cambiato nel tuo lavoro?
Sfortunatamente i riders sono meno coinvolti nel processo creativo. Devo cercare di stargli più dietro. Inoltre Rocco si è ritirato da molto tempo e non penso che ci possa essere un’altra persona in grado di gestire una company come ci riusciva lui, fregandose altamente di tutto e di tutti. Persino World dopo i primi anni di totale anarchia si era trasformata in qualcosa di più formale e istituzionale. Per cui anche se dovesse tornare Rocco le cose non sarebbero più le stesse.

Raccontami l’aneddoto più divertente che ti è capitato durante la tua carriera?
Probabilmente venire rinchiusi nella prigione di Disneyland insieme a Danny Way, Lance Conklin e Jeff Tremaine. Ci rinchiusero perchè Lance fu arrestato per aver saltato dalla piattaforma della monorotaia sul Submarine Ride. Filmai tutto per Big Brother magazine e lo potete vedere nel primo video del magazine. Una giornata assurda. Pensate che eravamo lì per intervistare gli Slayer. In qualche modo Kosick riuscì a convincere il loro manager a portarli in una limousine a Disneyland, ubriarcarsi con loro nel bar dell’hotel e da li in poi iniziare a girare sulle attrazioni del parco. Diverse persone che lavorano a Big Brother come Tremaine e Kosick, (ma anche Cliver, Wee Man, e Pontius, presente quel giorno) successivamente crearono Jackass.

Che tipo di rapporto si instaura tra te e i pro a cui disegni le grafiche?
Se tutto va bene un buon rapporto. Le migliori grafiche sono quelle in cui l’input arriva dal rider e tu riesci a far coincidere la grafica con la sua personalità. Come con Mike Vallely, diverse grafiche fatte nel periodo World erano legate alla svolta vegana di Mike con disegni di animali e simboli di forza e sopravvivenza. In questo modo hai una forte e precisa immagine del rider ed è un bene ma certe volte può essere una caratterizzazione un po’ eccessiva. Come nel caso di James Craig con Blind, dove sembra che la sua vita sia solo guardare i Lakers e bere Corona. La cosa divertente è che è davvero così (haha)!

Chi è stato il pro più esigente incontrato nel corso della tua carriera?
Forse Jason Dill? Ma solo perchè le grafiche che ho fatto per lui erano in pratica delle riproduzioni di lavori di altri artisti come Alphonse Mucha o l’illustratore di Winnie the Pooh. Erano tutta una altra cosa rispetto ai rip off a cui ero abituato a lavorare in cui bastava cambiare il logo o il personaggio originale.

Quali sono i passi che portano alla creazione di una nuova grafica, quali sono i passi che segui per finalizzare un idea?
Solitamente parto con un idea e cerco di visualizzarla nella mia mente per capire se può funzionare oppure no. Poi inizio a schizzare in modo veloce a matita differenti visuali o figure in diverse posizioni. Come nella tavola con i Lakers di James Craig, inizia a disegnarla in verticale per poi cambiarla in orizzontale.

Quante grafiche hai disegnato nella tua carriera? Le collezioni tutte?
Probabilmente più di 1000. Ero solito tenere ogni tavola disegnata ma ho smesso 5 anni fa. Ma ho ancora quasi tutte le tavole dei primi anni 90.

Quale è stata l’offerta più alta che hai avuto per una tua tavola originale?
Qualche anno fa mi hanno offerto 2000 dollari per una Eric Koston 101, quella con il buddha. Il massimo che ho visto raggiungere sono 5000 dollari su ebay per una Natas Devil Worship. Comunque io non ho venduto nessuna tavola della mia collezione privata, sono tutte rinchiuse in scatoloni, sembrano un bel mucchio di spazzatura-haha. Ci ho pensato un bel po’ di volte se vendere tutto oppure continuare a tenere tutto dentro quegli scatoloni.

Quali sono le tue 5 grafiche preferite? Perché?
La numero uno per me è la Ray Rodriguez “Skull and Sword” di Powell disegnata da V. C. Johnson. E’ la tavola che ha segnato l’inizio del teschio come simbolo di maggior successo dello skateboarding. Inoltre ha una prospettiva fantastica.

Numero due la serie Rob Roskopp di Santa Cruz, quella disegnata da Jim Phillips con il braccio che fuoriesce dal bersaglio. Fantastica la progressione disegnata sulle cinque tavole della serie, in ogni tavola scopri qualcosa di più del mostro che sta uscendo dal bersaglio e che alla fine lo distrugge.

Poi ci sono la Dogtown Cross di Wes Humpston e la Dead KKK (quella con il tizio impiccato) per Real di Natas e Jim Thiebaud. La Dogtown ha un look da graffiti gang e cattura in pieno il concetto di illegalità dello skatebording, concetto attuale ancora oggi, siccome lo street è spesso fuorilegge.

Tra le tavole che ho disegnato la mia preferita è la Natas “Devil”. In parte perchè Natas è uno dei miei skaters favoriti, inoltre perchè si offrì di usarla sul suo pro model quando Jason Lee decise di utilizzarla (in origine la grafica era per lui). La figata è che l’anagramma di Natas è “Satan”.

Come è nata la tua collaborazione con bastard?
Lo scorso anno è uscito un libro sui miei lavori e in Aprile bastard ha ospitato nella sua sede di Milano un art show e un party per celebrare l’uscita del libro. Quindi abbiamo iniziato a parlare di una collaborazione con Blind Skateboards che sarebbe dovuta finire su una t-shirt, uno snowboard e su uno skateboard. L’idea di base era di creare qualcosa di controverso, in linea con le prime grafiche Blind, e che fosse legato in qualche modo all’Italia.

Il papa con le corna… Ma come ti è venuta in mente una cosa così provocatoria?
L’idea originale è stata di Claudio! [NdR: il quale la ha chiaramente rubata da GroS!] Il papa visto di spalle, con metà corpo satanico, ripreso da dietro il balcone di piazza San Pietro, in modo da mostrare al pubblico solo la parte superiore del corpo. Ho buttato giù uno schizzo, ma poi ho preferito la visuale frontale, l’idea di base rimane comunque quella.

Le tavole disegnate da Marc, le ultime serigrafie con il flyer della sua mostra (in serie limitata di 30 pezzi) e il libro WARNING: The Art of Marc McKee sono acquistabili online adesso.

E grazie per tutti i teschi

by davidelp 12 giugno 2013

Facendo ordine in archivio abbiamo recuperato un po’ di teschi bastard disegnati da Riccardo Fiorentini e inserito le t-shirts nello store. Se te ne sei persa qualcuna in passato per completare la tua collezione, questa è la giusta occasione perchè sono le ultime disponibili e non è prevista una riedizione.

Un’articolo sulla storia del teschio era stato pubblicato sul bastard CataZine n.24.

Jim Houser e bastard: Sanseb

by vecho 12 giugno 2013

Siamo felici di presentare il frutto di una collaborazione tra bastard e uno dei suoi artisti preferiti: la t-shirt Sanseb, realizzata da Jim Houser.

Abbiamo conosciuto Jim durante “The Tip of the Sword”, la sua esposizione personale nella galleria Patricia Armocida a Milano, ed è stata intesa immediata!
Jim ha apprezzato le curve della bastard bowl e noi i suoi lavori, suggestivi, emozionanti, vivaci ma calmi e rilassanti allo stesso tempo.

Jim Houser è un artista, skater e musicista americano cresciuto a Philadelphia, Pennsylvania, città in cui vive tuttora. Molto attivo nella sua città, è uno dei fondatori di  Space 1026 e anche uno degli storici artisti di Toy Machine skateboards. I suoi lavori sono stati esposti in musei e gallerie sparsi per Stati Uniti d’America, Europa, Australia e Brasile. I suoi lavori sono anche inclusi nella sezione permanente del Philadelphia Museum of Art.

Cosa state aspettando, la t-shirt Sanseb è disponibile online da subito nei colori nero e bianco.

Le linee bianche e nere di 2501

by vecho 12 giugno 2013

Il nostro amico Jacopo aka 2501 è passato a trovarci per prendere qualche pezzo del costume Waved che ha disegnato per noi.

Sempre sorridente e sempre impegnato nel coprire di vernice giganteschi muri in giro per il mondo ci ha promesso che ci presterà la sua arte per adornare altri prodotti.
Se vi piacciono le cose belle seguite le avventure di 2501 qui qui.

Rilassatevi e lasciatevi inghiottire dalle righe bianche e nere di 2501.