Bastards Everywhere Competition Call with DA
by jep 8 February 2016We are happy to announce the new Bastards Everywhere competition to get a scholarship for the Master in Visual Brand Design of Domus Academy. Read the rest of this entry »
We are happy to announce the new Bastards Everywhere competition to get a scholarship for the Master in Visual Brand Design of Domus Academy. Read the rest of this entry »
We are glad to announce for the second year the Bastards Everywhere competition, in collaboration with Domus Academy. The competition aims to develop new products or capsule collections by gathering design, materials, traditions, use and costumes in a genuine bastard style from your country.
Get the best out of your country or share with your friends around the world.
We are glad to announce the Bastards Everywhere competition in collaboration with Domus Academy. The competition aims to develop new products or capsule collections by gathering design, materials, traditions, use and costumes in a bastard style from your country.
Get the best out of your country!
Da buoni italiani siamo molto bravi a lamentarci di questo e di quello. Invidiamo i nostri amici e vicini di casa, ne invidiamo il SUV, il TV al plasma da 500″, il cane sbrana slavo e la moglie porca. Questo nostro atteggiamento si riflette nelle piccole ma anche nelle grandi cose. Quelle cose anche molto più grandi di noi. Cose delle quali non riusciamo a comprenderne pienamente il senso perchè privi di una laurea alla Bocconi e non figli di uno di quei 10 imprenditori-finanzieri-banchieri che fanno grande l’Italia.
Ogni giorno siamo pronti a guardare fuori dalla finestra e ricordarci quanto sarebbe bello vivere in paesi come la Spagna, la Germania, La Francia o l’Inghilterra. Coi loro sistemi di business solidi, liberi, con meno costrizioni. Insomma, come direbbe qualcuno “Paesi Liberali”. Alcuni più conservatori, altri più socialisti e altri ancora più comunisti. Io direi semplicemente: meno coglioni.
L’italiano ha la lingua lunga, parla molto, persuade, media ma non vince mai. La vittoria non è nella sua indole, assolutamente. Quella cara e sana cosa chiamata “Competizione” manca. In tutto e per tutto l’italiano deve dare, sempre e comunque, un colpo al cerchio e l’altro alla botte. Deve essere amico di Abele ma anche di Caino. Deve poter dire “io sono tuo amico ma l’altro ha le sue ragioni”. l’italiano “spacca” solo quando è solo in mezzo a stranieri, in un sistema diverso dal suo e costretto ad agire con regole diverse. Dove, forse, è l’unico “furbetto” e gli altri nemmeno si sognano cose, che lui, fa e subisce abitualmente a casa sua. Conoscete la leggenda di Al Capone?
Questa incolmabile mancanza di competizione totale del prevalere onestamente e seguendo sane regole morali, del poter fare MEGLIO di altri, è evidente non solo in quei fatti che leggiamo quotidianamente sui giornali ma anche in business più piccoli e mediocri come quello dello skateboarding. In tutta onestà non mi capacito di come in quasi 30 anni di skateboading italiano i progressi fatti in fatto di business siano pari a quelli dei primi anni ’90 se non ancora a livelli più bassi. Come può essere che una disciplina sportiva o una cultura d’aggregazione giovanile che ha la possibilità di avere una esponenziale visibilità su quasi tutti i media considerati più “Cool”, di target giovane e medio giovane, si trovi sempre e perennemente col culo per terra, ciclicamente, anche con sponsor tipo FIAT alle spalle??? In un paese normale, di quelli sopracitati, questa sarebbe una barzelletta. La trasmissione “Amici” per esempio in pochi anni è riuscita a decuplicare le iscrizioni alle scuole di danza in tutta italia. Di Danza!!! E’ noto che un ragazzo di 14, oggi, non vuole essere rock an roll come Bam Margera ma essere come Nureyev! Non scherziamo. Noi che gratuitamente vediamo skate in video musicali, film hollywoodiani, spot commerciali, video giochi di ultra-successo, riviste di ogni settore, abbiamo difficoltà a trovare 400 euro per l’organizzazione di un cazzo di contest.
Ma cosa ha portato a tutto ciò? Esattamente ciò che chiamiamo mafietta. Obliggare i negozi a tenere un livello basso e a non rompere troppo i coglioni ai distributori. Negozianti pronti a fare cartello per potersi assicurare delle vendite tranquille, mai in crescita, se non per qualche fenomeno di cosutme sociale. Ammazzare ad ogni modo la vendita online nazionale e fa nulla se poi la gente (che non è scema quando si tratta di spender soldi) va a comprare i jeans su Caliroots in Svezia a 1/3 del prezzo e con spese di spedizioni gratuite in tutta Europa con consegna in 48 ore. E mi spiace dirlo ma anche gli skaters stessi che oltre alla grigliata con birra non chiedono altro.
Email ricevute da personaggi che chiedono di modificare i prezzi perchè “non è giusto praticare sconti o promozioni” in un paese capitalista, liberale e democratico. Con minacce del tipo “Se non vi allineate allora lo faremo anche noi ma meglio”, e io rispondo: Cazzo, ma fallo, subito però!!! Senza poi nemmeno pensare che un piccolo sconto, quando si hanno da pagare spese di spedizione e di contrassegno, non modifica il prezzo finale facendo però guadagnare meno il negoziante. Ad esempio Mediaworld sul proprio sito offre prodotti a meno che nei suoi negozi. Ve lo vedete il signor Euronics chiamare il signor Mediaworld per lamentarsi dei prezzi online troppo bassi?
La competizione, quella vera, sana e onesta, spinge all’eccellenza, elimina l’immobilismo, abilita al Progresso. Maggiore competizione significa portarsi a livelli europei. Avere più attenzione nel contesto sociale, fare più soldi e avere più skateparks.
Finchè il modo di pensare, di fare business alla “volemose bene”, non cambierà, la sostanza sarà sempre la stessa. Qualcuno può pensare che potrebbe andare bene così. Tanto lo si è fatto per 30 anni, perchè cambiare? Forse perchè se un giorno un Titus decidesse di venire a fare un giro nel belpaese (come ha fatto H&M in altri settori) qualcuno sicuramente dovrà cercarsi un posto di lavoro come tramviere a Milano… e a Milano va già bene che assumono sempre. Penso che si debba lavorare non per assicurarsi la pagnotta ma per costruirsi un forno e sempre più grande.
Vostro: Capitan Olona.